Fitoterapia

La nostra idea di fitoterapia di cui parleremo in questa sezione, abbraccerà in modo più ampio le tematiche legate alla cura con le piante e gli estratti vegetali, spingendosi un po’ oltre lo spazio circoscritto della farmacia. 

Vogliamo cominciare con la nostra recente esperienza: una passeggiata culturale che si è svolta nei giardini del vecchio Arcispedale Sant’Anna il 12 settembre scorso.

GIARDINI TERAPEUTICI: IL PASSATO

Tra i numerosi ed interessanti interventi uno in particolare ci ha coinvolto perché parlava di salute e cura dispensata da alberi e giardini. Immersi nel verde che circonda gli edifici del Sant’Anna, il Dottore Agronomo Giovanni Morelli, del quale riportiamo qui alcuni concetti che più ci hanno attratto, ha illustrato la funzione terapeutica di questi giardini, elementi di cura imprescindibili per chi veniva a curarsi in questi luoghi, insieme alla funzione di ristoro e purificazione dell’aria svolta dalle piante.

Quando furono create queste aree verdi all’inizio del ‘900, l’estetica non era tanto considerata, veniva applicata piuttosto una logica casuale, il bello ne era una conseguenza, esprimeva il gusto di chi faceva le scelte ed era strettamente connesso al concetto di utile. La scelta non si limitava alle sole specie ornamentali, ma poteva includere erbe aromatiche, specie orticole e fruttifere. Un mix di aromi e colori per stimolare emotivamente e psicologicamente i pazienti.

Dalle finestre delle stanze dell’ospedale i pazienti potevano affacciarsi e godere di un luogo separato dalla realtà circostante, ascoltare suoni della natura e aspirare aromi con ripercussioni positive su stati d’ansia, depressione e stress. Il verde circostante era uno stimolo a rigenerarsi e ritrovare un equilibrio e allontanava il paziente da quella condizione di malato, psicologicamente impegnativa, che doveva affrontare ogni giorno. Il giardino diventava strumento di cura per accrescere il vantaggio terapeutico delle cure mediche.

La scelta di popolare i giardini del Sant’Anna con alberi molto comuni del nostro territorio ferrarese come i bagolari e i tigli rivelano l’attenzione e la sensibilità del giardiniere che associava alla potenzialità medicamentosa del tiglio anche un valore simbolico: la volontà di legare il luogo, la Cittadella Ospedaliera, ed integrarla alla città che la circondava: competenza progettuale e comprensione delle regole dei frequentatori, espressione della volontà di normalizzare il luogo di cura attraverso i parchi e i giardini.

GIARDINI TERAPEUTICI: IL PRESENTE

Purtroppo dopo il secondo dopoguerra fino all’inizio degli anni ’80 ci si è dimenticati della funzione terapeutica del giardino per seguire piuttosto il gusto, le mode o semplicemente le offerte del mercato vivaistico. Dall'inizio degli anni '60 il giardino diventa simbolo di chi ha disponibilità, da fenomeno di massa a fenomeno d'élite. Ecco allora che viene piantato un acero, un faggio, piuttosto raro a Ferrara, un gingko biloba solo per le belle foglie gialle autunnali.
Oggi i giardini e i luoghi di cura non si parlano più, si è rotta la relazione tra la funzione terapeutica del verde e il luogo in cui questa funzione si deve svolgere, il verde, se c’è, diventa solo cornice o più spesso scompare.

Vi ricorda qualche luogo?

GIARDINI TERAPEUTICI: IL FUTURO

Eppure si avverte un cambiamento. Lo sconvolgimento generato dagli eventi di questo anno ci sta riavvicinando alla natura e la natura in cambio ci sta regalando un'esplosione di verde e di fioriture inconsuete. I giardini, il verde, le piante, gli alberi sono desiderati perchè donano benessere, si prendono cura di noi e della nostra salute.

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